L’Olmo Anselmo

Tutti mi chiamano Anselmo ma sono un albero. E’ vero, sono un Olmo, ma non sono l’unico Olmo del Parco.

Ora ce ne sono molti altri giovani che stanno crescendo, ma tutti chiedono a me com’era prima. Sì perché è anche vero che io sono l’albero più antico del Parco.

Da molti anni non parlavo più perché non c’era nessuno ad ascoltarmi, ed anche perché non c’era niente da dire. La vita scorreva di stagione in stagione senza che il panorama che avevo davanti cambiasse.

Non ricordo più quanti anni sono passati, forse 100.

Angelina e Guido, i proprietari della campagna, mi piantarono qui sulla punta a Nord dei campi con il compito di fare da sentinella. Ora riposano già da molti anni nel vicino camposanto ed io sono rimasto da solo.

Dovete sapere, cari lettori, che noi alberi possiamo vivere molto a lungo se gli uomini ci vogliono bene e non ci tagliano, ma questa condizione ci porta spesso a essere tristi e nostalgici perché i nostri amici umani non possono farci compagnia così a lungo.

Quando ero giovane avevo molti amici della stessa età, eravamo una Boschetta di piante tutte diverse e poi c’erano attorno siepi di arbusti diversi che richiamavano molti uccellini. Alcuni erano di passaggio, gli chiamano migratori, ma era bello perché tornavano ogni anno in primavera e riconoscevano i loro nidi. Poi ci fu un lungo periodo in cui i contadini che coltivavano questi campi tagliavano siepi ed alberi per produrre di più, ed io rimasi solo con poche piante che erano sul margine del piccolo torrente che passa proprio sotto le mie fronde.

Per fortuna qualche arnetta è rimasta assieme a rane e girini.

Ma quest’anno dei meravigliosi volontari sono venuti a piantare centinaia di alberi, arbusti e una siepe lunghissima che fa da cornice.

Insomma ora sono veramente felice e le nuove piantine mi stanno raccontando tante storie. In particolare ho fatto amicizia con Rosetta, simpaticissima piantina che raccoglie tutte le chiacchiere e confidenze che circolano fra le piantine più piccole a livello del terreno e che io non sento perché sono troppo alto.

Sarà Lei a raccontarvi cosa dicono. Per ora vi dico solo che sono molto felici…

erregi

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